Bach Dance Suites
martedì 8 maggio 2018 - ore 21:00 - Teatro Sociale
Massimo Polidori violoncello
Compagnia Virgilio Sieni
Noemi Biancotti, Linda Pierucci, Jari Boldrini, Maurizio Giunti
Virgilio Sieni regia e coreografia
Johann Sebastian Bach
Suite n. 2 in re minore, BWV 1008
Suite n. 3 in do maggiore, BWV 1009 Suite n. 6 in re maggiore, BWV 1012
LA MUSICA
Quello del violoncello è uno dei timbri più profondi e intensi cui un compositore può affidare la propria musica. Fino all’epoca barocca, tuttavia, era consuetudine che il violoncello avesse solo parti di accompagnamento, mentre le parti melodiche e solistiche venivano affidate ai suoi fratelli minori, il violino e la viola. Fu il genio di Bach ad individuare in questo strumento le potenzialità timbriche e virtuosistiche che meritava, dedicandogli sei suites per strumento solista. Nessuno strumento per riempire e accompagnare le note del violoncello; solo lo stretto rapporto tra la musica, lo strumento e l’esecutore. Ciascuna delle suites rappresenta uno spazio emotivo nuovo e diverso. Il grande violoncellista Pablo Casals, il primo a registrare integralmente la raccolta, insegnava ai suoi allievi che ognuna aveva un proprio carattere specifico: così secondo la sua interpretazione la prima suite risulta pervasa di ottimismo, mentre la seconda ha un carattere tragico, eroico invece per la terza, maestoso nella quarta, tempestoso e oscuro per la quinta e bucolico per la sesta. All’interpretazione di Massimo Polidori, primo violoncello dell’Orchestra della Scala di Milano, faranno da contrappunto le coreografie della Compagnia Virgilio Sieni. La musica di Bach, ricca di affetti ed effetti, diventa lo spazio sonoro all’interno del quale la danza moderna trova le coordinate per declinare le infinite possibilità del corpo di diventare espressione.
LA COREOGRAFIA
Le Suites n°2, 3, 6 per violoncello Solo di J.S.Bach formano il territorio sul quale dispiegare il discorso narrativo della danza. La successione architettonica di brani musicali da “abitare” ci guida verso la costruzione di costellazioni gestuali che lasciano spazio all’incontro dell’uomo con la simbologia del corpo e le figure dello spazio. La periferia dello spazio e l’attenzione ai valori sottili, tattili, nascosti del movimento, divengono i temi, insieme alla pietà, che agiscono le tre suites: atlante figurale e emozionale che mostra l’idea di marginalità, interstizio, raccoglimento, dimora, vuoto, accoglienza. Si potrebbe dire che ogni danza è alla ricerca delle peculiarità dello spazio che la ospita, indagandone le parti nascoste, i vuoti, attraverso la densità e il tono del movimento. Danze sussurrate, rituali da meditare che rinnovano il senso dell’adiacenza dell’uomo alla forza simbolica della danza nel suo disfarsi dei meccanismi quotidiani. Trame originate dalla vibrazione di energie raccolte in una successione di danze “nuove”, dal Solo al Quartetto, sulla rigenerazione dello spazio ma anche liturgie gestuali che, percorrendo i sentieri e le declinazioni poetiche della musica di Bach, ci invitano a una riflessione sull’abitare il mondo.
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Compagnia Virgilio Sieni
Noemi Biancotti, Linda Pierucci, Jari Boldrini, Maurizio Giunti
Virgilio Sieni regia e coreografia
Johann Sebastian Bach
Suite n. 2 in re minore, BWV 1008
Suite n. 3 in do maggiore, BWV 1009 Suite n. 6 in re maggiore, BWV 1012
LA MUSICA
Quello del violoncello è uno dei timbri più profondi e intensi cui un compositore può affidare la propria musica. Fino all’epoca barocca, tuttavia, era consuetudine che il violoncello avesse solo parti di accompagnamento, mentre le parti melodiche e solistiche venivano affidate ai suoi fratelli minori, il violino e la viola. Fu il genio di Bach ad individuare in questo strumento le potenzialità timbriche e virtuosistiche che meritava, dedicandogli sei suites per strumento solista. Nessuno strumento per riempire e accompagnare le note del violoncello; solo lo stretto rapporto tra la musica, lo strumento e l’esecutore. Ciascuna delle suites rappresenta uno spazio emotivo nuovo e diverso. Il grande violoncellista Pablo Casals, il primo a registrare integralmente la raccolta, insegnava ai suoi allievi che ognuna aveva un proprio carattere specifico: così secondo la sua interpretazione la prima suite risulta pervasa di ottimismo, mentre la seconda ha un carattere tragico, eroico invece per la terza, maestoso nella quarta, tempestoso e oscuro per la quinta e bucolico per la sesta. All’interpretazione di Massimo Polidori, primo violoncello dell’Orchestra della Scala di Milano, faranno da contrappunto le coreografie della Compagnia Virgilio Sieni. La musica di Bach, ricca di affetti ed effetti, diventa lo spazio sonoro all’interno del quale la danza moderna trova le coordinate per declinare le infinite possibilità del corpo di diventare espressione.
LA COREOGRAFIA
Le Suites n°2, 3, 6 per violoncello Solo di J.S.Bach formano il territorio sul quale dispiegare il discorso narrativo della danza. La successione architettonica di brani musicali da “abitare” ci guida verso la costruzione di costellazioni gestuali che lasciano spazio all’incontro dell’uomo con la simbologia del corpo e le figure dello spazio. La periferia dello spazio e l’attenzione ai valori sottili, tattili, nascosti del movimento, divengono i temi, insieme alla pietà, che agiscono le tre suites: atlante figurale e emozionale che mostra l’idea di marginalità, interstizio, raccoglimento, dimora, vuoto, accoglienza. Si potrebbe dire che ogni danza è alla ricerca delle peculiarità dello spazio che la ospita, indagandone le parti nascoste, i vuoti, attraverso la densità e il tono del movimento. Danze sussurrate, rituali da meditare che rinnovano il senso dell’adiacenza dell’uomo alla forza simbolica della danza nel suo disfarsi dei meccanismi quotidiani. Trame originate dalla vibrazione di energie raccolte in una successione di danze “nuove”, dal Solo al Quartetto, sulla rigenerazione dello spazio ma anche liturgie gestuali che, percorrendo i sentieri e le declinazioni poetiche della musica di Bach, ci invitano a una riflessione sull’abitare il mondo.