West Project Orchestra - 7 ottobre 2016, Teatro Civico, Busca
Valerio Ravera, sax alto, soprano, baritono
Livio Zanellato, sax alto, flauto
Mirco Rebaudo, sax alto
Simone Verrando, sax tenore, soprano
Andrea De Martini, sax tenore
Martino Biancheri, trombone
Valerio Crespi, trombone
Simone Biamonti, tuba
Franco Cocco, tromba
Luigi Cocco, tromba
Angelo Guglielmi, tromba, trombino
Massimo DalPrà, piano, arrangiamenti
Riccardo Anfosso, chitarra, direzione
Giuliano Raimondo, contrabbasso
Gianni Raspaldo, batteria
Fausto Biamonti, percussioni
Nata nel 1995 da un’idea di Roberto Coggiola, all’epoca direttore artistico del Club Tenco di Sanremo, la West Project orchestra
ha sempre perseguito la realizzazione di un repertorio che si differenziasse da quello tradizionale delle big band, affrontando temi musicali inconsueti per le grosse formazioni.
L’ispirazione è stata senza dubbio la Liberation Music Orchestra di Charlie Haden, con riferimento agli album “The Ballad of the Fallen”
e “Dream Keeper”, nei quali il repertorio si allontana dalla tradizione statunitense per proporre arrangiamenti originali di canti per la libertà di tutto il mondo, dall’Europa al Sud America, per arrivare al Sudafrica.
Read MoreLivio Zanellato, sax alto, flauto
Mirco Rebaudo, sax alto
Simone Verrando, sax tenore, soprano
Andrea De Martini, sax tenore
Martino Biancheri, trombone
Valerio Crespi, trombone
Simone Biamonti, tuba
Franco Cocco, tromba
Luigi Cocco, tromba
Angelo Guglielmi, tromba, trombino
Massimo DalPrà, piano, arrangiamenti
Riccardo Anfosso, chitarra, direzione
Giuliano Raimondo, contrabbasso
Gianni Raspaldo, batteria
Fausto Biamonti, percussioni
Nata nel 1995 da un’idea di Roberto Coggiola, all’epoca direttore artistico del Club Tenco di Sanremo, la West Project orchestra
ha sempre perseguito la realizzazione di un repertorio che si differenziasse da quello tradizionale delle big band, affrontando temi musicali inconsueti per le grosse formazioni.
L’ispirazione è stata senza dubbio la Liberation Music Orchestra di Charlie Haden, con riferimento agli album “The Ballad of the Fallen”
e “Dream Keeper”, nei quali il repertorio si allontana dalla tradizione statunitense per proporre arrangiamenti originali di canti per la libertà di tutto il mondo, dall’Europa al Sud America, per arrivare al Sudafrica.